Giuseppe Forcignanò / Tirai su di lei per troppo amore – attivalamemoria

Giuseppe Forcignanò / Tirai su di lei per troppo amore

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 10,00

Tirai su di lei per troppo amore
Udine, Forum Edizioni, 2013 – Autografie 04
con una nota introduttiva di Maurizio Nocera
pp. 96 con ill.

 

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Descrizione

Giuseppe Forcignanò
Tirai su di lei per troppo amore
Udine, Forum Edizioni, 2013 – Autografie 04
con una nota introduttiva di Maurizio Nocera
pp. 96 con ill. – euro 10,00

Il pittore Forcignanò, nato a Gallipoli di Lecce nel 1862, emigra in Argentina in cerca di una fortuna difficile. Là incontra e sposa, nel 1910, Rosa, una brillante giornalista, autrice di testi per l’infanzia, che verrà inviata a Parigi come corrispondente de La Prensa. Giuseppe è felice di seguirla sperando invano che la capitale francese porti anche a lui successo e riconoscimento.
Ma la mattina del 17 febbraio 1914, accecato dalla gelosia, uccide la moglie con due colpi di fucile. Rinchiuso in carcere, costretto per quattro anni ai lavori forzati, con una salute precaria, soccombe alle condizioni detentive, nonostante la commutazione di pena per buona condotta e un’intravista imminente libertà. Dal carcere scrive lettere alle sorelle lontane fino a poco prima di morire, chiedendo perdono e cercando di comprendere la follia del suo gesto.

Giuseppe Forcignanò nasce alla fine del 1862 in Terra d’Otranto. Si formò in un ambiente famigliare letterario e nel 1882 fu ammesso all’Istituto di Belle Arti di Napoli dove si specializzò in disegno e pittura. Fece il pittore in varie città italiane fino all’emigrazione in Argentina, avvenuta nel 1899. Nel 1910, dopo il matrimonio con la giornalista e scrittrice per l’infanzia Rosa Fernandez Simonin, i due viaggiano in Europa e si stabiliscono a Parigi. Il 17 febbraio 1914, Forcignanò uccide la moglie e sconta la sua pena in carcere fino alla morte, avvenuta nel 1919.

Giuseppe Forcignanò letto da Mario Perrotta al Premio Pieve 2021:

1 recensione per Giuseppe Forcignanò / Tirai su di lei per troppo amore

  1. Marco

    Ho voluto leggere questo libro proprio nella giornata contro la violenza sulle donne: volevo capire, da chi ne ha scritto con coscienza e cognizione di causa, dov’è quel confine troppo spesso così sottile che trasforma un amore in un delitto, in un folle gesto, in un femminicidio. Leggi queste belle lettere del pittore Forcignanò e ci trovi intelligenza, curiosità, eleganza dello scrivere e buone maniere; leggi e non capisci dove si nasconda, quell’abisso. Dov’è che spunterà fuori, improvviso, il precipizio. Ti trovi davanti, di colpo, una delle tante lettere in cui però tutto è già successo. E tutto, di colpo, è mutato.
    Un testo importante, di grande interesse. Uno scritto che mette a nudo l’uomo, il pittore, l’italiano imprigionato all’estero dopo un gesto di follia cieca. Un atto violento che ha annientato l’esistenza di molte persone e di cui, anche alla fine, si fatica a comprendere le ragioni. Forse proprio perché non ci sono ragioni possibili: per questo soprattutto bisogna avere sempre la guardia alta e vigilare, perché tanto, tantissimo c’è ancora da fare contro la violenza sulle donne. Perché il “troppo amore” non può portare a questo. L’amore non è questo. E dopo, sarà troppo tardi per tutto.

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