Giovanni Mandato / Storia di un metalmeccanico meridionale – attivalamemoria

Giovanni Mandato / Storia di un metalmeccanico meridionale

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Storia di un metalmeccanico meridionale
presentazione di Alba Orti
prefazione di Renato Parascandolo
Roma, Editrice LiberEtà, 2010
pp. 96 con ill.

 

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Giovanni Mandato
Storia di un metalmeccanico meridionale
presentazione di Alba Orti
prefazione di Renato Parascandolo
Roma, Editrice LiberEtà, 2010
pp. 96 con ill. – euro 9,00

Aversa, in provincia di Caserta. Fine anni Cinquanta. Giovanni Mandato vive con la sua famiglia in un basso. Sua madre “era l’unica del vicolo che sapeva leggere e scrivere”, suo padre è operaio alla Imam Aerfer di Napoli. Ma all’improvviso il padre muore e Giovanni, su proposta della Commissione interna della fabbrica, lo sostituisce e diventa operaio metalmeccanico a soli quindici anni. Inizia qui il lavoro in fabbrica, partendo da Aversa la mattina alle cinque e rientrando a casa la sera tardi. Una vita faticosa, molto faticosa: con la qualifica di “scaldachiodi” o’ scaurachiovo, un lavoro in cui bisognava unire forza, tempismo e capacità. Col passare degli anni le mansioni di Giovanni si fanno più complesse e al tempo stesso cresce l’impegno nella Fiom Cgil per avere migliori salari, per avere sicurezza sul posto di lavoro, per conquistare maggiori diritti, visto che chi portava in fabbrica l’Unità era messo da parte e che i licenziamenti erano improvvisi e immotivati. Con gli occhi di Giovanni rivediamo la stagione entusiasmante tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta, quando i consigli di fabbrica ottennero moltissimi miglioramenti sul posto di lavoro e il sindacato nel suo complesso divenne un protagonista della vita politica. Poi l’impegno contro il terrorismo, la mobilitazione per il rapimento di Aldo Moro, la lotta contro ogni forma di autoritarismo. Arrivato a trentatré anni di anzianità decide di andare in pensione, perchè, dice, era giunto il momento di “svecchiare l’azienda, fare entrare nuove risorse umane, i giovani, dargli spazio”. E comincia l’attuale fase della vita di Giovanni, nello Spi Cgil, a vivere nuove esperienze, nuovi protagonismi, nuove prospettive. Quanto al passato, Giovanni non solo non lo dimentica, ma afferma: “Se potessi rinascere, rifarei tutto quanto, dall’inizio alla fine!”

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