Descrizione
Un povero deve soffocare l’amore
Memoria di un’infanzia sfruttata
postfazione di Antonella Inverno
Milano, Terre di mezzo, 2023
p. 80 con ill. – € 12,00
Ado ha solo undici anni quando nel 1894 emigra in Germania per la prima volta per fare il muratore. Lo stigma della povertà lo costringe a rinunciare a molte cose: alla scuola, all’infanzia, alle cure per il padre malato, all’affetto dei genitori. Ogni primavera parte per cercare un lavoro, duro e mal pagato, che gli permetta di sostenere la famiglia fino all’autunno. Ma l’inverno resta lungo e difficile. In questa memoria, che brilla per profondità e umanità, Ado racconta dall’interno la tragedia dello sfruttamento minorile, e riscatta la brutalità dell’esistenza a cui era stato condannato
il testo di Ado Clocchiatti ha vinto il Premio Pieve Saverio Tutino 2022: la scheda
dalla motivazione della Giuria Nazionale:
In questa memoria di una vita breve e struggente, scritta con una intensità che coinvolge e commuove, emergono la saggezza e la rassegnazione di un vinto che sa di non poter cambiare il proprio destino.
Durante la Prima Guerra mondiale, Ado, da pochi anni sposo e padre, forse presagendo che non riuscirà a tornare a casa (morirà di spagnola nel 1918) decide di raccontare la sua storia. Friulano, nato in una famiglia poverissima nel 1883 a Pasian di Prato, nonostante sia uno dei migliori allievi della scuola elementare deve iniziare a lavorare ad appena 10 anni per contribuire al sostentamento della famiglia. Ma il lavoro non c’è e inizia così una lunga storia di migrazione stagionale in Germania e nel vicino Impero austro ungarico. Ado ci racconta dall’interno la tragedia dello sfruttamento minorile, perché i bambini vengono messi a lavorare in condizioni terribili. Maltrattamenti, fame e violenze fisiche erano quotidiane. “Un povero per vivere deve soffocare l’amore e viene condannato a vivere come la bestia, lavorare, mangiare, se un povero avesse i sentimenti di divenire un uomo, per mancanza di mezzi deve rimanere ignorante, così va il mondo.”
La pubblicazione è stata realizzata grazie al contributo concesso dalla
Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali
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