Corrado Di Pompeo / Più della fame e più dei bombardamenti – attivalamemoria

Corrado Di Pompeo / Più della fame e più dei bombardamenti

(1 recensione del cliente)

 14,50

Più della fame e più dei bombardamenti
Diario dell’occupazione di Roma
prefazione di Alessandro Portelli
Bologna, Il Mulino, 2009
collana Storie italiane
pp. 160

 

Descrizione

Corrado Di Pompeo
Più della fame e più dei bombardamenti

Diario dell’occupazione di Roma
prefazione di Alessandro Portelli
Bologna, Il Mulino, 2009
collana Storie italiane
pp. 160 – euro 14,50

Ottobre 1943: al settimo piano di un condominio romano nei pressi della stazione Tuscolana vive come un recluso Corrado Di Pompeo, impiegato del ministero delle Corporazioni. Rientrato da Campobasso – dove ha lasciato moglie e figli presso parenti – nell’intento di salvaguardare il posto di lavoro e difendere la propria casa, è sicuro che la guerra stia per finire. Ma deve trascorrere ancora molto tempo, durante il quale i contatti con la famiglia sono interrotti: la linea di Cassino demarca la separazione dai suoi cari, non trapelano notizie e le lettere che spedisce vengono respinte al mittente. Così Corrado, con l’orecchio sempre teso alla radio, si mette a scrivere il diario dei lunghi mesi dell’occupazione di Roma e lo dedica all’amata consorte. Il 4 giugno 1944 può finalmente scrivere “ROMA è LIBERA!” e, ormai certo di riabbracciare presto i suoi cari, interrompe la stesura del diario.

 

1 recensione per Corrado Di Pompeo / Più della fame e più dei bombardamenti

  1. Marco

    Un diario vero e proprio, che nasce però come una sorta di “epistolario mancato”,
    caratterizzato dal continuo sospingere in avanti la data della liberazione, la data del ricongiungimento familiare tanto agognato. Pagine di attesa, in una Roma continuamente minacciata dal sopravanzare del fronte. Strade dove la fame morde, una fame che si vede a ogni passo, per le strade e lungo i marciapiedi; ma è soprattutto la paura delle retate a spaventare “più della fame e dei bombardamenti”. Nel finale un crescendo rapido e ravvicinato fa intuire l’approssimarsi ormai certo degli Alleati, fino a quel “ROMA è LIBERA” che equivale a un urlo di liberazione, cui seguono parole dolcissime e cariche di affetto e di speranza, prima del commiato da “questo mio diario che ho iniziato per te”.
    Un testo che fa riflettere, ancor più in questo periodo pandemico, sulla solitudine umana, sulla guerra, sulla distanza incolmabile dai propri cari; un desiderio di normalità e di vicinanza alla famiglia che ridisegna le priorità dell’esistenza umana.

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